Salute della donna, l'Ospedale G. B. Grassi verso l'eccellenza
La Direttrice Generale dell'ASL Roma D Giusy Gabriele risponde alle nostre domande sulla salute della donna
Direttore, il rapporto dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali dice che le donne straniere fanno molti più cesarei delle italiane, spesso d'urgenza, perché sono mal seguite, lei è in grado di confermare questo dato, che sembra di rilevanza nazionale?
"Non so nel resto del Paese, ma nell'Ospedale G.B. Grassi nella ASL da me diretta le donne straniere al primo cesareo sono il 7% in meno delle italiane".
Come spiega questo dato in controtendenza, fate pochi cesarei?
"Non proprio, il tasso di cesarei è un poco sotto alla media nazionale ma non di molto (media nazionale 37%, media del Lazio 44% nel 2006, media nostra 33%), anche se il 35% sono cesarei ripetuti, la differenza però sta nella modalità di assistenza. Abbiamo creato una rete integrata per la gravidanza, che prevede che tutte le gravidanze fisiologiche vengano seguite sul Territorio, Consultori Familiari o Ambulatori, dalle ostetriche e/o dai medici, o in Ospedale, ma limitatamente all'Ambulatorio della gravidanza fisiologica, gestito dalle ostetriche".
E le gravidanze non fisiologiche?
"Quelle vengono accolte direttamente in Ospedale, con una attesa di 24 ore da un equipe di medici specializzati, che mette in atto tutte le misure necessarie a riportarle alla fisiologia. Se il motivo che le aveva portate lì si rivela passeggero vengono rimandate sul Territorio e/o all'ambulatorio delle ostetriche dell'Ospedale, altrimenti l'Ospedale le tiene in carico fino al momento del parto.
Questo ci permette di fornire la giusta dose di medicalizzazione quando serve. Poca assistenza aumenta il numero di cesarei d'urgenza per mancata diagnosi e terapia di patologia che a volte si sarebbe potuta risolvere.
Troppa medicalizzazione aumenta il numero di cesarei perché' trasforma la gravidanza in una malattia.... e alla fine la chirurgia ne diventa la cura.
Siamo credo giustamente orgogliosi di poter dire che il nostro servizio pubblico e' in grado di fornire la giusta assistenza a chi vi si affida.
Se siamo in grado di offrire alle donne straniere la giusta assistenza a maggior ragione lo possiamo fare con le donne italiane che spesso soffrono di un eccessiva medicalizzazione".
Un'ultima domanda, Direttore... Lei e' stata recentemente sui giornali per le macchinette di automisurazione della glicemia, ci dice qualcosa?
"Certo per la gara europea che stiamo espletando per l’acquisto diretto dei kit per l’automisurazione dei valori, garantisco un notevole risparmio in un momento di grande difficoltà economica della Regione Lazio. Infatti negli anni passati per gli assistiti della sola ASL D il Servizio Sanitario Nazionale spendeva quasi 10 mln di euro, il risparmio presunto si aggira intorno ai 5 mln di euro, tutti soldi che useremo per migliorare l’assistenza e che quindi torneranno in tasca ai cittadini. Anche rispetto ad altre ipotesi di accordi di cui parlano i giornali, mi riferisco a quello con la Federfarma, la nostra proposta è migliorativa.
A qualcuno non fa piacere, evidentemente.. Ma noi continuiamo sulla nostra strada di difesa della sanità pubblica, grazie".
La Redazione di Vita di Donna
Link in argomento:
La Casa della salute della donna e del bambino - ASL Roma D
Un'altro cesareo...? No grazie!
Direttore, il rapporto dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali dice che le donne straniere fanno molti più cesarei delle italiane, spesso d'urgenza, perché sono mal seguite, lei è in grado di confermare questo dato, che sembra di rilevanza nazionale?
"Non so nel resto del Paese, ma nell'Ospedale G.B. Grassi nella ASL da me diretta le donne straniere al primo cesareo sono il 7% in meno delle italiane".
Come spiega questo dato in controtendenza, fate pochi cesarei?
"Non proprio, il tasso di cesarei è un poco sotto alla media nazionale ma non di molto (media nazionale 37%, media del Lazio 44% nel 2006, media nostra 33%), anche se il 35% sono cesarei ripetuti, la differenza però sta nella modalità di assistenza. Abbiamo creato una rete integrata per la gravidanza, che prevede che tutte le gravidanze fisiologiche vengano seguite sul Territorio, Consultori Familiari o Ambulatori, dalle ostetriche e/o dai medici, o in Ospedale, ma limitatamente all'Ambulatorio della gravidanza fisiologica, gestito dalle ostetriche".
E le gravidanze non fisiologiche?
"Quelle vengono accolte direttamente in Ospedale, con una attesa di 24 ore da un equipe di medici specializzati, che mette in atto tutte le misure necessarie a riportarle alla fisiologia. Se il motivo che le aveva portate lì si rivela passeggero vengono rimandate sul Territorio e/o all'ambulatorio delle ostetriche dell'Ospedale, altrimenti l'Ospedale le tiene in carico fino al momento del parto.
Questo ci permette di fornire la giusta dose di medicalizzazione quando serve. Poca assistenza aumenta il numero di cesarei d'urgenza per mancata diagnosi e terapia di patologia che a volte si sarebbe potuta risolvere.
Troppa medicalizzazione aumenta il numero di cesarei perché' trasforma la gravidanza in una malattia.... e alla fine la chirurgia ne diventa la cura.
Siamo credo giustamente orgogliosi di poter dire che il nostro servizio pubblico e' in grado di fornire la giusta assistenza a chi vi si affida.
Se siamo in grado di offrire alle donne straniere la giusta assistenza a maggior ragione lo possiamo fare con le donne italiane che spesso soffrono di un eccessiva medicalizzazione".
Un'ultima domanda, Direttore... Lei e' stata recentemente sui giornali per le macchinette di automisurazione della glicemia, ci dice qualcosa?
"Certo per la gara europea che stiamo espletando per l’acquisto diretto dei kit per l’automisurazione dei valori, garantisco un notevole risparmio in un momento di grande difficoltà economica della Regione Lazio. Infatti negli anni passati per gli assistiti della sola ASL D il Servizio Sanitario Nazionale spendeva quasi 10 mln di euro, il risparmio presunto si aggira intorno ai 5 mln di euro, tutti soldi che useremo per migliorare l’assistenza e che quindi torneranno in tasca ai cittadini. Anche rispetto ad altre ipotesi di accordi di cui parlano i giornali, mi riferisco a quello con la Federfarma, la nostra proposta è migliorativa.
A qualcuno non fa piacere, evidentemente.. Ma noi continuiamo sulla nostra strada di difesa della sanità pubblica, grazie".
La Redazione di Vita di Donna
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La Casa della salute della donna e del bambino - ASL Roma D
Un'altro cesareo...? No grazie!
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