13 marzo 2008

Aborto, boicotta chi decide per te

(Bologna) Dopo la notizia delle diciassette denunce arrivate in seguito all'azione di denuncia pubblica di venerdì pomeriggio 7 marzo, davanti alla farmacia S. Antonio di via Massarenti, che si rifiuta di vendere la pillola del giorno dopo, contraccettivo d'emergenza, incorrendo nel reato di rifiuto d'atti d'ufficio (art. 38 del R.D. 30 settembre 1938, n. 1702), è stato indetto per martedì 18 marzo, alle ore 21.00, al cs TPO

Le accuse che ci vengono mosse – informa una nota stampa - sono di interruzione di servizio di pubblica necessità, danneggiamento e imbrattamento, per il semplice fatto di aver denunciato chi rifiuta di vendere la pillola del giorno. Abbiamo sanzionato – riversando due sacchi di palline di polistirolo all'ingresso dell'esercizio e distribuendo materiale informativo – quella che per noi è una sovradeterminazione che si gioca sulla nostra volontà di decidere sui nostri corpi e sulle nostre forme di vita.

Eravamo lì per ribadire che non tolleriamo che medici, preti e politici si arroghino il diritto di decidere per noi. E che non riconosciamo a queste categorie lo status di obiettori, quando il loro vero ruolo è quello di meri controllori di un ordine in cui non ci riconosciamo.

Le reazioni spropositate di curia, media ed esponenti di partiti di centro destra seguite repentinamente all'azione di venerdì rivelano che forse abbiamo toccato un nervo scoperto: la farmacia non è un luogo neutro, bensì un luogo centrale attraverso il quale si esprime sul territorio l'onnipresenza della cura medica nella cultura occidentale, ma è anche un vero e proprio dispositivo di potere con un compito ben preciso: far circolare pratiche di controllo e disciplina attraverso il corpo sociale. L'accanimento con cui ci perseguono, nonostante l'evidenza dei fatti smentisca le accuse, sta ad indicare che il percorso di disvelamento intrapreso mette in luce che quello in atto non è solo un attacco da parte delle autorità ecclesiastiche, ma anche un preciso tentativo di alcune potenti autorità non elettive di misurare sui nostri corpi il peso della propria influenza su questa campagna elettorale.

Così come riconosciamo dietro l'isterica reazione del farmacista una potente comunità epistemica dai toni neo\teocons. Non a caso sui giornali del 12 marzo la FOFI (Federazione ordine farmacisti italiani) dichiarava l'intenzione di riscrivere un testo di legge che tuteli il diritto all'obiezione anche per i farmacisti: di fatto le connessioni scienza medica-formazione-dispositivi di potere sono oggi più strette che mai e trovano nel controllo dei corpi e della sessualità un loro prescelto terreno di scontro.

Non si tratta quindi solo di repressione ma anche di normazione. Non saranno infatti le diciassette denunce a fermare la nostra campagna: quello che ci preoccupa è come le pratiche di espressione che vanno al di là dei semplici movimenti di opinione siano immediatamente tacciate di terrorismo attraverso campagne mediatiche e simultaneamente vengano tradotte da parte della procura di Bologna in procedimenti giudiziari. Il fine è di isolare pratiche conflittuali quali la promozione di campagne pubbliche di boicottaggio, capaci di consegnare a tutti la possibilità di riprodurre quotidianamente comportamenti di dissenso.

E tutto questo avviene in uno specifico momento politico sia nazionale che cittadino: un momento caratterizzato da una parte da una campagna elettorale che più farnetica sul diritto alla vita più omette le soggettività e i corpi reali, i quali autonomamente esprimono protagonismo e radicalità; e dalla stigmatizzazione di quelle soggettività che a Bologna esprimono e praticano conflitto su questi terreni.

Per tutte queste ragioni oggi ci vogliono zittire. E per tutte queste ragioni invitiamo tutte e tutti a partecipare all’ incontro del 18 marzo al cs Tpo. Come Alice che inseguiva il bianconiglio noi abbiamo seguito i nostri desideri e ci siamo ritrovate/i in un deserto popolatissimo: da una parte le nostre "macchine" desideranti, dall'altro gli apparati di cattura e di trascrizione di normazione e controllo.

Li abbiamo scoperti nel momento stesso in cui provavano a nascondersi. Di fronte a questo ennesimo tentativo di normarci "adesso ridiamo con la risata di chi gli ordini li ignora". Guai a chi ci tocca - Tpo
(Delt@ Anno VI°, N. 57 del 12 Marzo 2008)

Leggi: Il Papa, i farmacisti e l'obiezione di coscienza

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Invece di blaterare, vi dovreste domandare perchè sono così tanti gli infermieri e i dottori che scelgono obbiezione di coscienza, quanto capirete che la gente non si vuole rendere complice di un omicidio?

Anonimo ha detto...

L'intervento sgradevole di Davide svela immediatamente il suo orientamento politico. A proposito... Davide, obiezione si scrive con una "b", proprio come blaterare e berlusconi. Stai attento a non sbagliare quando voterai... non mettere troppe "b"
Luca

Anonimo ha detto...

L'ignoranza grammaticale di davide non mi preoccupa, quella che mi terrorizza è invece la testarda ignoranza dei fatti, delle vicende e delle cose che si discutono. La pillola del giorno dopo non è un farmaco abortivo e il farmacista che non la vende va contro le leggi dello Stato. L'argomento si esaurisce qui, ma evidentemente chi ci accusa di blaterare non ha cognizione alcuna. Ecco il motivo di tanta rozzezza.

Come usare questo blog