04 giugno 2007

Omicidio Barbara Cioni: perchè quell'esame?

Comunicato del Telefono Rosa Piemonte
Leggiamo con sconcerto e indignazione la notizia della viva attesa per gli esiti degli esami sul DNA della figlia nascitura della povera Barbara Cicioni, e ci chiediamo innanzitutto perché quell’esame sia stato disposto sulla creatura che invece mai nascerà.

Nell’ipotesi che risultasse una paternità diversa da quella del marito, oggi sospettato dell’omicidio della moglie, apparirebbe forse meno grave e meno ingiustificabile questo crimine in famiglia, orrendo quanto e più di tanti altri?

E se davvero l’omicida fosse il congiunto, l’eventuale movente del delitto (gelosia e rabbia) quale conferma potrebbe trovare in una circostanza comunque ignota all’assassino al momento dell’aggressione mortale?

Ecco perché questo esame, di sostanziale inutilità processuale sia per l’accusa che per la difesa, appare in realtà solo un’ulteriore, pubblica, estrema mancanza di rispetto per una donna che ha perso tragicamente la vita nella propria casa, forse per mano di chi già da tempo sistematicamente le infliggeva sofferenza fisica e morale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L’uxoricidio della donna incinta e le vittime dimenticate.
Barbara Cicioni aveva in grembo una bimba ma questo non ha fermato la follia omicida di Roberto Spaccino, il marito. Non ci sono dubbi da quale parte schierarsi per l’opinione pubblica. Non ci sono incertezze da parte degli inquirenti. Crollata la tesi difensiva del marito che aveva fornito come alibi quello di essere andato nella propria lavanderia. Allora diventa tutto più facile, si rompono gli indugi e ci si può schierare senza paura di poter sbagliare. Tutti sono già pronti a parteggiare per la moglie, tutti sono già pronti a dare addosso al marito... nessuno però che si preoccupi di coloro che in questa storia sono le vere vittime, nessuno che per un attimo posi il proprio sguardo su chi questa vicenda l’ha subita nel silenzio dell’indifferenza rimettendoci però in prima persona, sì nessuno proprio nessuno che parli di chi ha ancora i propri vestiti da ritirare in quella maledetta lavanderia.
http://lavergogna.blog.kataweb.it/lavergogna/

Anonimo ha detto...

Le vittime dimenticate… appunto. Sono sconvolta dal cinismo del padre di Barbara Cicioni. Il Tribunale dei minori di Perugia deve decidere l'affidamento dei figli: mentre la nonna materna continua a chiedere l’affido dei nipoti, secondo quanto riportato del Messaggero del 19 agosto (edizione Umbria) il nonno non è disponibile a tenere i bambini "per non veder turbato l'equilibrio familiare", cioè la propria vita con la seconda moglie da cui ha avuto una figlia. Si è quindi dichiarato d’accordo, insieme ai nonni Spaccino (!), a che i bambini rimangano nella casa famiglia che li ha accolti già da luglio, nonostante Luigi Cancrini (perito di parte) e Carla Niccheri (perito del tribunale) chiedano di far tornare al più presto i piccoli nella casa della nonna, anche in previsione dell’imminente inizio dell’anno scolastico. E’ interessante notare come costui intenda tutelare la sua ‘second life’, non volendo tenere in conto (oggi come allora?) le sofferenze, le paure, i traumi di questi bambini. Di contro la sua ex moglie (la mamma di Barbara) sta facendo l’impossibile perché Niccolò e Filippo possano tornare con lei nella casa di Marsciano: si è trovata un lavoro, sta sistemando l’abitazione per poter accogliere nella migliore maniera i nipoti, nell’intento di ridare loro un equilibrio.
Intanto però il nonno si è dato da fare affinché riaprisse la lavanderia, al fine di “dare un futuro ai figli di Barbara”… chissà cosa intende?

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