13 giugno 2006

Quando le donne hanno la luna. Credenze e tabù

donne“Prima o poi tutte le ragazze cadono dalle scale” inizia così Quando le donne hanno la luna. Credenze e tabù, l’ultimo libro dell’antropologa Gianfranca Ranisio edito da Baldini Castoldi Dalai (16 euro, 214 pagine) e da pochi giorni nelle librerie italiane.In questo libro l’autrice intende partire dalla tesi secondo la quale la medicalizzazione rappresenta una delle forme di controllo del corpo femminile presente nelle società occidentali.
Gianfranca Ranisio si chiede se e in che modo questa prospettiva di medicalizzazione si stia estendendo alle tappe fisiologiche che contraddistinguono la vita delle donne, dal menarca alla menopausa. Infatti ciò che in passato veniva lasciato alla gestione femminile, ciò che rinviava a una percezione del tempo diversa, con i suoi momenti permessi e vietati, oggi non esiste più: ad annullare disagi e sofferenze interviene il trattamento farmacologico. Queste fasi sono viste come una patologia da curare, perché sottraggono tempo al ritmo frenetico del quotidiano e mal si coniugano con i modelli che la società ci chiede di perseguire.

Il sangue della donna è carico di valenze simboliche, la sua sola presenza è percepita come elemento che caratterizza, struttura ed esalta la differenza sessuale, è esperienza a cui, in quanto donne, non si può sfuggire, costrizione ma anche attesa. La ripetitività dell’esperienza induce la donna a “sentire” acutamente il proprio corpo, a sentire la propria fisiologia e, nello stesso tempo, i processi psicologici da questa determinati. La periodicità di tipo ciclico delle mestruazioni istituisce uno stretto legame tra la vita femminile e la luna, che è il motivo che domina l’intreccio del testo; da tale legame derivano anche le credenze nell’influenza che si ritiene la luna eserciti sulla vita della donna, con l’alternarsi delle sue fasi.

Basandosi su racconti-testimonianza di donne e confrontando questi con le teorie antropologiche sull’argomento, l’autrice pone in evidenza il rapporto complesso presente nella vita delle donne tra l’esperienza vissuta, le rappresentazioni culturali e le storie che le descrivono. Emergono da queste testimonianze le dinamiche familiari e i rapporti tra le generazioni e, con queste, l’importanza delle linee di discendenza femminile, che sono anche linee di trasmissione di saperi e poteri.

Gianfranca Ranisio è docente di Antropologia Culturale presso l’Università di Napoli «Federico II». Si è occupata di pratiche, rituali e forme di devozione popolare, soprattutto nell’Italia meridionale. Ha indagato il significato simbolico e le rappresentazioni che accompagnano le tappe della vita femminile e in particolare ha studiato la scena antropologica del parto, facendone emergere pratiche e codici culturali. I suoi lavori si situano nel punto di intersezione tra l’antropologia culturale, l’analisi delle tradizioni folkloriche e i gender studies. Tra i suoi libri: Lo Spazio Sacro (1978); Il Paradiso folklorico. San Giuseppe nella tradizione popolare meridionale (1981); Il lupo mannaro. L’uomo, il lupo, il racconto (1984); Venire al mondo. Credenze, pratiche e rituali del parto (1996) e La città e il suo racconto (2003).
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